L'identità e la coscienza (percorsi di poesia contemporanea)


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PREFAZIONE
Angela Dibuono è certamente una cultrice nel campo della letteratura italiana moderna.
Lo dimostrano anche i vari saggi già pubblicati (in particolare quelli sulla cultura lucana), oltre a questo su Dacia Maraini e Alda Merini. Di entrambe, la nostra autrice, espone l’aspetto poetico (tralasciando volutamente la pur vasta produzione narrativa della Maraini) e di entrambe queste autrici la Dibuono mette in evidenza il loro messaggio poetico nel contesto della condizione della donna moderna.
Non è esagerato affermare che, l’analisi critica di questi percorsi poetici si presenta con una ricchezza di toni e una profondità d’indagine tale da farci comprendere a pieno il messaggio introspettivo delle due poetesse contemporanee.
Infatti, con una descrizione esaustiva dei molti attimi esistenziali, la Dibuono ci offre un ritratto singolare di queste autrici che detengono un ruolo importante nella letteratura moderna.
Nei suoi “viaggi”, infatti, la Maraini sembra passare attraverso le stagioni della solitudine, la stessa segregazione, per certi aspetti, che ha accompagnato Alda Merini nei suoi dodici anni costretta in un manicomio. Certo, la storia di queste due poetesse è diversa l’una dall’altra, come sottolinea la Dibuono, come pure la loro poetica di base, ma l’autrice del saggio evidenzia in loro un comune denominatore: in entrambe c’è una voglia di riscatto, in quanto donne, nei confronti di una società che, probabilmente, non le ama e le accetta come esse meriterebbero.
Per dare al lettore una pur vaga idea del “viaggio” nell’opera della Maraini, ci piace riportare un passo di un suo noto libro: “Bagheria l’ho vista per la prima volta nel ’47. Venivo da Palermo dove ero arrivata con la nave da Napoli e prima ancora da Tokyo con un’altra nave, un transatlantico...”.
Nell’opera di Alda Merini, la Dibuono pone l’accento sulla poetica che fa cenno ai riferimenti di un particolare e travagliato periodo della vita di questa poetessa, confrontando la sua storia con quella del poeta Dino Campana.
Nelle sue opere Merini si confessa con una liricità vera, perché nasce dal dolore; è, quindi, la sua una poesia vissuta e consumata sulla propria pelle.
Nello stesso tempo, sono pagine che stimolano a vivere, o meglio, a continuare a vivere, visto che la Merini ha 72 anni.
Infine, in questo suo lavoro di scavo, Angela Dibuono riesce a far emergere l’identità umana di queste due poetesse; riesce ad illuminare i tempi, gli spazi e i sentimenti del loro animo; stati d’animo spesso condivisi da molte donne italiane impegnate nel loro “viaggio” evolutivo verso la modernità.

Pasquale Francischetti



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