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Oramai Pietro Nigro non ci sorprende più, visto soprattutto la validità delle sue opere precedenti. Questa volta si presenta ai lettori con un’opera particolare che racchiude le sue esperienze poetiche, narrative, teatrali; ma soprattutto culturali in generale.
Ne descriviamo in breve il contenuto.
La prima parte “Pensieri” tratta di considerazioni “metafisiche” sulla cultura, la poesia in particolare; sulla politica e la società; sull’esistenza e quindi sull’amore; sulla verità; ed infine di alcune riflessioni su Dio e l’uomo. In gran parte quest’opera è formata da massime e da sentenze (se vogliamo azzardare un’opinione forte), che ci ricorda in alcuni punti lo “Zibaldone” del Leopardi; ovviamente ci riferiamo alla sua struttura, anche se i contenuti sono più che soddisfacenti. Eccone qualche esempio. “Scrivere è dibattere con se stesso e ricercare una soluzione sollecitando la propria coscienza; pubblicare è dibattere e ricercare la soluzione assieme agli altri”. E ancora: “Una poesia nuova che non riproduca l’oggetto così come appare agli occhi e l’effetto a cui dà luogo, quanto il rapporto tra esso e la mente, tra l’avvenimento e le sensazioni molteplici che suscita, le reciproche influenze provocate dall’associazione spirituale esistente tra i due elementi della realtà umana”. Ma in tutto ciò ci sembra che sia la memoria la prima musa ispiratrice di Pietro Nigro, memoria che egli mette in evidenza con una singolarità fluttuante; ed in quanto tale ha la possibilità di rivivere in funzione di una prospettiva più vasta.
Proseguendo poi nei rilievi descrittivi, il suo discorso si colora agevolmente di tutti gli umori e le disposizioni sentimentali ricorrenti nel suo filo logico. Ecco un esempio. “Il mondo ha bisogno di noi artisti. Mettete da parte gli egoismi, il desiderio di successo. Anzi "uccidete" questo desiderio. Sarà un "crimine" che nessuno oserà condannare”. E ancora: “Non aspiro al successo. Non m'interessa. Aspiro invece alla realizzazione di valori che gli artisti fanno emergere dalle loro opere. Spero che gli stessi sentimenti avvertano tutti gli artisti che troppo spesso sono sollecitati da un desiderio di affermazione che considero la negazione delle finalità a cui tende l'Arte”.
La seconda parte “Saggi letterari” è imperniata prevalentemente sulla poesia e sui problemi che la poesia suscita nella società attuale. “La poesia in ogni caso rappresenta una guida al giusto percorso che la società deve seguire nel suo continuo evolversi”.
Seguono considerazioni su poeti italiani e stranieri; sull’apparenza delle forme in Luigi Pirandello; sullo sceneggiato televisivo del 1984 tratto dal libro “Cuore” di De Amicis.
Ed infine alcune riflessioni letterarie da lui pubblicate sulla rassegna di poesia contemporanea “L’Autodidatta” dal 1985 ad oggi. “Perché la Poesia? Quale il suo intento? La Poesia, l’Arte, come potere della mente contro la balordaggine delle strutture amministrative che investono anche la “cultura spicciola” dei mass media, una cultura subordinata alla stolidità, all’insipienza e all’arroganza delle funzioni burocratiche cosicché se il risultato non è sciocco è per lo meno penoso”.
E qui ci fermiamo per lasciare al lettore il gusto di approfondire quest’opera.


Pasquale Francischetti


Dal 27 Febbraio 2011 sono 5302 le pagine viste del poeta.Pagine realizzate da Alessandro Paliotti