Frammenti di guerra 1943 - Morte di Pangiovillo



O... SIGNORE

TRIFOGLIO SULLE AIUOLE

FILIGRANA D’AMORE

BUIO NELL’ANIMA

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O... SIGNORE
Vorrei navigare nel mare delle nuvole
tra i colori dell’arcobaleno e seguire
la scia degli Angeli.
Vorrei ascoltare il soffio delle galassie
e osservare la vita eterna del creato.
Vorrei giocare con le stelle e pregare tra i bagliori
della luna quando splende sulla terra e
osservare i covoni di grano mietuto e sentire
i sapori della natura, il bene universale
che il mondo gestisce in giorno e notte:
Vorrei per un attimo planare sul mare e ascoltare il canto
delle sirene festanti sugli scogli delle loro isole.
Vorrei udire i canti dei pescatori quando sbattuti
dai flutti intonano le loro preghiere a Dio:
Vorrei essere melodia per assistere gli uomini nei momenti
che smarriscono la fede ed offrire loro la salvezza dell’anima.
Vorrei navigare sulla scia del Signore e seguire la materia del creato
di questo aberrante mondo, straripante di egoismo umano e
far crescere solo il dono Sacro che Iddio imprime nell’uomo
nell’ora della nascita:
O... Mio Divino Signore, non beffare le mie pretese.
Da comune mortale desidero di accostarmi a te che fai
sorgere nella vita, la fede nello spirito e l’amore nel
cuore ignorando l’ora fatale della morte.
TRIFOGLIO SULLE AIUOLE
Dal giardino del cielo sfumava il colore delle stelle e
l’aurora spogliava le ultime tenebre che stretto
tenevano la notte.

Si diradava l’affresco del giorno e
si udivano limati canti di merli e arpeggi
di capinere tra le foglie a piè degli alberi
alla ricerca del primo boccone.

Il borgo echeggiava risveglio ed il fischio
del trenino affrettava il carico umano che
conduceva al centro della vita quotidiana.

Il mio cervello filtrava pensieri e rammarichi
del tempo che scorreva senza amore,
senza spirito e senza riflessi.

Per un attimo rivangai le agilità perdute
invocando Dio affinché presto avessi lasciato
quella sedia a rotelle.

Mi circoscrisse un silenzio profondo e
una lacrima scese sul mio viso lasciando lo
sguardo sul trifoglio rigoglioso che cresceva
sulle aiuole per la nuova stagione.
Nella mente udii un ruscello di acqua limpida
che in quell’abbeveratoio di speranza vedeva
il giorno orquando anch’io come il trifoglio,
avrei lasciato per sempre quel mio castigo
d’immobilità e riportarmi per sempre nell’impegno
quotidiano della vita e riconquistare quel bene testè
perduto per mia imperdonabile colpa.
FILIGRANA D’AMORE
Nell’ora calante della notte si desta il cielo.
Il canto del gallo batte l’ora e la sua ugola vibra
tra cirri bianchi e albori che accendono le prime luci.

Nasce dalla terra profumo di eterno e la
verginità del mattino tinge d’azzurro l’arcata
d’oriente e il ventaglio pittorico prorompe
di colori squarciando la memoria della natura.

Col l’alzar della luce il frinir delle cicale risveglia
quel riflesso memorabile che beve raggi di sole e
adorno stende il suo calore.

Sull’ampia radura tra le foglie brumate dormon
sogni di retaggio antico e la curva celeste chiude
l’essenza vitale in cui l’uomo trova il suo idioma.

Sotto i picchi della valle, schioccolano merli e
scalpitar di cavalli irrompono sventolando la criniera
nei colori dell’arco rampante della giornata.

Semantici pensieri dell’anima suonano la memoria
e limpida fiorisce la novella del risorto diorama della
natura e della vita.

Il meriggio arriva stanco e mentre il vespro centilla luce,
l’altare divampa in quel falò della sera in cui l’uomo
feconda la ricchezza della vita tra il giorno e la notte.
BUIO NELL’ANIMA
Nel buio anima mia non disperar
perché l’aurora del giorno è qui,
ed il trabaccolo della vita è
pronto per salpare da questo approdo
risicato sugli scogli del patir.

Spiegheremo le vele sotto i pennoni del
cielo e navigheremo tranquilli sui mari della
pace dettata da Dio lasciando qui la scorza
dei nostri lamentati guisi.

Lasceremo, pianti e debolezze, speranze e
futuri ignorando le attese delle primavere
quando tutta la campagna veste di verde
il suolo.

Sogneremo alberi con rami pensili di frutti
e rimarrà nel sepolto spirito la dolcezza
e il gusto di quelle leccornie del tempo
... senza ritorno.

Refoli di vento ci condurranno nelle galassie
dell’infinito fino ai giardini delle verità dove non
contano virtù e danari, bensì soltanto silenzi
in attesa degli Angeli che porteranno pensieri
e anima negli archivi dell’umanità che si spegne
sulla terra e depone tutto nell’immortalità dell’eterno.



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